Salute e Sanità priorità assoluta per gli Italiani: i cittadini segnalano tempi di attesa e carenza di personale medico come principali criticità del SSN. Esperti e decisori a confronto sul valore della Salute
Il 74% dei cittadini considera Salute e Sanità priorità assoluta. E tempi lunghi d’attesa per esami diagnostici (73%), prime visite (67%) e carenza di personale medico e sanitario (58%) sono considerate le principali criticità del nostro Servizio Sanitario Nazionale.
Questo è quanto emerge dal sondaggio d’opinione di IPSOS “Priorità e aspettative degli italiani per un nuovo SSN”.
Per quasi l’80% degli italiani l’incremento della spesa pubblica in Sanità è una priorità strategica per il Paese (dato in aumento di 9 punti percentuali rispetto al 2023) e il 62% si dichiara soddisfatto dell’offerta sanitaria in Italia con un notevole divario regionale, mentre il 46% ritiene che il settore pubblico meriti un potenziamento.
La prevenzione in ambito oncologico è prioritaria per il 78% della popolazione e il 74% ha un’opinione positiva dei vaccini, in miglioramento rispetto al 2023. Gli italiani suggeriscono il coinvolgimento dei MMG e dei pediatri, oltre a quello dei farmacisti, per aumentare le coperture vaccinali.
Alto il riconoscimento dell’impegno messo in campo dalle aziende farmaceutiche, non solo per gli sforzi in Ricerca & Sviluppo nella lotta alle principali malattie (84% di voti positivi), ma anche per il loro contributo alla crescita economica.
In merito al ruolo dei Pazienti, il 57% degli italiani è convinto che essi debbano essere coinvolti attivamente nei processi decisionali di cura e, per quanto non emerga molto forte l’esperienza diretta con le Associazioni di Pazienti, valuta positivamente il loro ruolo tanto da suggerirne un maggior protagonismo.
Il medico di medicina generale continua a essere considerato principale fonte di informazione affidabile per gli italiani, seguito dalla TV e dal web, mentre i social media si posizionano al primo posto tra quelle in cui ritrovare maggiormente fake news in ambito salute.
Il 70% degli Italiani ritiene che digitalizzazione e Intelligenza Artificiale agevolino l’esperienza dei Pazienti, anche se cresce leggermente la sensazione di diffidenza rispetto al 2023 nei confronti di queste trasformazioni, spesso a discapito di contatto umano nell’assistenza e nella cura.
Il sondaggio è stato presentato a Roma nel corso della settima edizione di “Inventing for Life Health Summit” organizzato da MSD Italia e dedicato al tema “Investing for Life: la Salute conta!”.
È un giudizio ancora sostanzialmente positivo quello espresso dai cittadini italiani sul Servizio Sanitario Nazionale; perde però punti la valutazione dell’eccellenza e, al contempo, emergono segnali di insoddisfazione per i lunghi tempi di attesa e la carenza di personale medico e sanitario. Il 46% degli italiani è soddisfatto dell’offerta sanitaria, ma ritiene che il servizio pubblico meriti un potenziamento. Valori come sanità pubblica, Ricerca e innovazione vanno sostenuti da robusti finanziamenti, capaci di generare crescita economica e sviluppo.
La politica e le Istituzioni sono pronte a dare soluzioni fattibili e sostenibili al Paese e ai cittadini? Attraverso quali strategie e visione si possono coniugare domanda di salute, Ricerca & Sviluppo, accesso equo all’innovatività e un ecosistema-Paese propositivo e attrattivo?
È su questi temi ‘caldi’ che si sono confrontati illustri rappresentanti del mondo politico-istituzionale e accademico, esperti della comunità medico-scientifica e Associazioni dei Pazienti, in occasione della settima edizione di “Inventing for Life Health Summit”, dedicato ancora una volta al tema “Investing for Life: la Salute conta!”, organizzato da MSD Italia e moderato dalla giornalista del TG1 Giorgia Cardinaletti.
“Per la salute globale quello che viviamo oggi è un momento importante. La sanità rappresenta una questione nevralgica da affrontare in maniera sinergica per ridisegnare il futuro del nostro Paese e preservare un servizio sanitario nazionale universalistico di valore come il nostro”, ha dichiarato Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratrice Delegata di MSD Italia. “La chiave di volta è l’innovazione, frutto di un’intensa e ingente attività di Ricerca&Sviluppo di cui realtà come MSD si fanno promotrici. Siamo parte di un comparto farmaceutico che eccelle nel mondo, siamo l’unico settore manifatturiero in crescita e tra i primi per import ed export, con le nostre attività incidiamo positivamente sul Pil nazionale. Siamo un’eccellenza da preservare e sostenere perché volano della crescita economica italiana per cui necessitiamo di interventi mirati”, ha proseguito. “Pertanto, una riforma sistemica che incentivi gli investimenti, supporti la Ricerca e premi l’innovazione si configura come l’unica soluzione per garantire un accesso alle cure equo ed efficiente per porre davvero al centro i Pazienti e i loro bisogni”.
Nicoletta Luppi ha infine concluso dichiarando: “Il recente incremento del Fondo Sanitario e le nuove regole per il fondo farmaci innovativi rappresentano un ulteriore passo nella direzione desiderata, ma è fondamentale adottare misure strutturali e costruire una visione strategica a lungo termine. L’Italia deve puntare a diventare ‘hub’ di riferimento per l’innovazione in campo sanitario e attrarre investimenti per la ricerca clinica nel nostro Paese con adeguati incentivi. L’Italia ha inoltre l’opportunità di guidare, a livello europeo, un ripensamento dei criteri contabili affinché voci strategiche come l’immunizzazione non siano più trattate come spesa corrente, ma vengano riconosciute come un investimento e detratte dal calcolo deficit/PIL. Possediamo le risorse, le competenze e il know-how per ritagliarci un ruolo da protagonisti. È fondamentale avere il coraggio di compiere oggi le scelte giuste per trasformare queste potenzialità in un vantaggio concreto per la Salute dei cittadini e per il futuro del Paese e dell’Europa”.
“La salute è una priorità dei cittadini e di questo Governo. In linea con le aspettative dei cittadini, stiamo puntando in maniera incisiva sulle liste d’attesa per consentire alle persone di accedere alle prestazioni nei tempi giusti – ha dichiarato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci – Grazie agli strumenti legislativi messi in campo si osservano già i primi risultati in diverse realtà regionali: c’è un cambiamento in corso che diventerà sempre più forte ed è importante che tutti facciano la propria parte. Inoltre, stiamo investendo nel rafforzamento del territorio e nel potenziamento della sanità digitale e delle nuove tecnologie per migliorare l’assistenza e alleggerire la pressione sugli ospedali. In questo scenario è cruciale il ruolo della prevenzione, l’investimento più prezioso per la salute dei cittadini e per la sostenibilità del servizio sanitario nazionale”.
È cambiata la percezione degli italiani su Salute e Sanità rispetto ai loro bisogni e aspettative? Se sì, come? I dati del sondaggio IPSOS “Priorità e aspettative degli italiani per un nuovo SSN” mostrano che la Salute e la Sanità restano saldamente al comando delle priorità e vedono una crescita del +5% rispetto al 2023: il 74% della quota di italiani considera queste due aree come prioritarie nell’Agenda politica del Governo e ritiene siano quelle sulle quali è necessario investire di più e più urgentemente, con un’attenzione speciale a liste d’attesa per esami diagnostici e prime visite, e carenza di personale medico e sanitario.
Gli italiani sono convinti che la spesa sanitaria pubblica nel nostro Paese sia al di sotto della media europea e, per quanto soddisfatti, ritengono sia necessario aumentare il finanziamento essendo la Sanità pubblica una priorità strategica. Eppure, un italiano su 3 si aspetta che nulla cambierà. Per ciò che riguarda invece l’erogazione dei servizi, il Paese appare spaccato e presenta un forte divario regionale con il 78% dei cittadini (era il 73% nel 2023) a ritenere che l’Articolo 32 non venga rispettato pienamente, salvo in alcune Regioni.
“L’aggiornamento 2025 sul sentiment dell’opinione pubblica in tema di salute e sanità, tra progressi, arretramenti e staticità, deve spronarci all’azione. La salute e la sanità restano la prima priorità per i cittadini, seguita dal lavoro, e non potrebbe essere diversamente in un Paese longevo come l’Italia, dove l’invecchiamento della popolazione sfida la sostenibilità di un sistema sanitario pubblico ancora prevalentemente apprezzato, nonostante le criticità espresse nei confronti delle liste d’attesa e della carenza di personale sanitario. Restano da risolvere anche i divari regionali per rendere davvero universale l’accesso alla sanità. Segnali positivi si rilevano nelle aree della prevenzione e dei vaccini considerati essenziali dalla maggior parte della popolazione, così come nei confronti dell’accelerazione digitale impressa ai servizi. Si conferma l’apprezzamento nei confronti dell’innovazione e dell’impegno in Ricerca & Sviluppo da parte dell’industria farmaceutica”, spiega Nando Pagnoncelli, Presidente IPSOS.
Sul fronte dell’innovazione terapeutica e della crescita, gli italiani riconoscono il contributo importante dato dall’attività di Ricerca & Sviluppo delle aziende farmaceutiche, tanto che il comparto farmaceutico è percepito come protagonista su due livelli: da un lato, come volano di salute con un ruolo fondamentale nella lotta alle principali patologie, grazie agli sforzi in Ricerca & Sviluppo; dall’altro, come stimolo per la ripresa e la crescita economica italiana. Eppure, il 92% dei cittadini (80% nel 2023) ritiene l’accesso alle terapie innovative ancora un’evenienza eccezionale, fattibile per pochi e non in tutte le Regioni.
“L’industria farmaceutica è strategica per la salute, la crescita economica e la sicurezza. Per la salute perché le aziende farmaceutiche offrono un contributo fondamentale per la salute dei cittadini. In Italia, per esempio, in 20 anni la mortalità totale è diminuita del 25% e per le patologie croniche del 35%. Per la crescita economica, come dimostra il record storico raggiunto dall’export: 54 miliardi di euro nel 2024. Con i dati che confermano l’industria farmaceutica al primo posto per indice di competitività, produttività, open innovation, e con farmaci e vaccini, per surplus con l’estero, +20 miliardi di euro nel 2024. La farmaceutica è fondamentale anche per la sicurezza nazionale soprattutto nell’odierno contesto geopolitico, turbolento e competitivo. L’industria apprezza l’operato del Governo, che sta andando nella giusta direzione. E sottolinea che ora per restare attrattivi è fondamentale una Strategia Nazionale sulla Farmaceutica e le Scienze per la Vita. Con una decisa riforma della governance della spesa farmaceutica pubblica, che punti a migliorare ulteriormente l’accesso alle cure, superare progressivamente i payback, aumentare la competitività delle imprese e attrarre gli investimenti”, commenta Marcello Cattani, Presidente Farmindustria.
“Ho l’onore di presiedere la Commissione Sanità, Lavoro e Affari Sociali del Senato e, in questo ruolo, ho potuto confrontarmi con le complesse sfide legate alla sostenibilità economico-politica del sistema salute. È cruciale trovare un equilibrio tra il diritto alla salute dei cittadini, la sostenibilità del servizio sanitario e la sostenibilità della produzione industriale. Eventi come Inventing for Life sono fondamentali per continuare il lavoro multidisciplinare necessario a garantire che l’innovazione terapeutica possa prosperare nel nostro Paese, contribuendo al benessere di tutti”, dichiara Francesco Zaffini, Presidente 10a Commissione Permanente Affari Sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale, Senato della Repubblica.
“La riforma della governance del Fondo per i Farmaci Innovativi, introdotta con l’ultima legge di bilancio, rappresenta un significativo passo avanti per garantire un accesso più equo e tempestivo alle terapie innovative. Questa modifica risponde alle esigenze del comparto farmaceutico e dei pazienti, contribuendo a rendere il sistema più efficiente e sostenibile. Tuttavia, per attrarre maggiori investimenti in innovazione e consolidare il ruolo dell’Italia nel panorama internazionale, è essenziale adottare un approccio strategico che combini incentivi di tipo push (a sostegno della ricerca e sviluppo) e pull (volti a favorire l’adozione e la diffusione delle nuove tecnologie). Solo attraverso investimenti mirati e un sistema di valutazione rapido ed efficace, sarà possibile colmare le attuali criticità e garantire che le innovazioni raggiungano i pazienti in modo più rapido ed efficiente”, dichiara Ugo Cappellacci, Presidente XII Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati.
“Occasioni come queste sono importanti perché è necessaria una giusta sinergia tra tutti gli attori protagonisti: Istituzioni, medici, professionisti, esperti, mondo scientifico, realtà interessate. L’obiettivo è quello di affrontare al meglio le nuove sfide future, in ambito sanitario. Tra le priorità assolute, rientrano sicuramente: innovazione e ricerca, che rendono possibili cure sempre più efficienti e personalizzate, anche in virtù di alcuni dati specifici, come l’aumento dell’età media della popolazione. Attraverso la digitalizzazione, pensiamo alla telemedicina, è possibile implementare le cure a domicilio, soprattutto per i pazienti più fragili. E questo può essere utile anche per il decongestionamento degli ospedali e dei pronto soccorso, dove buona parte degli accessi risulta essere improprio. Poi, è indispensabile diffondere e promuovere la cultura della prevenzione, che non deve essere ritenuta un costo, anzi può costituire un risparmio, in primis in termini di benessere. Attraverso le attività di prevenzione, infatti, è possibile evitare l’insorgere di nuove patologie, o almeno ridurre il rischio che diventino più acute, e soprattutto sono fondamentali per una diagnosi precoce e tempestiva. In Consiglio regionale del Lazio, alla Pisana, stiamo portando avanti l’iniziativa “un Consiglio in salute”: un programma gratuito di prevenzione, rivolto ai dipendenti del Consiglio. Alle iniziative che abbiamo organizzato, è stata registrata una grande partecipazione, e ora stiamo lavorando per estendere questo progetto, coinvolgendo anche i territori”, dichiara Antonello Aurigemma, Presidente del Consiglio Regionale del Lazio e Coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.
Investing for life: la salute conta!
“Il valore dell’Innovazione”
Nella mattinata di “Inventing for Life Health Summit” hanno fatto da corollario due tavole rotonde. La prima dedicata al “Valore dell’innovazione”, per la quale si rende necessaria la definizione di una nuova governance del settore farmaceutico basata su finanziamenti della spesa farmaceutica pubblica – capaci di premiare e incentivare l’innovazione – e orientata a considerare la spesa sanitaria una potente leva strategica per il Paese.
“L’innovazione sta cambiando radicalmente il trattamento dei tumori; tuttavia, per garantire che queste innovazioni siano accessibili e tempestive per tutti i pazienti, ci sono diverse sfide e opportunità da affrontare. Le disparità nei sistemi sanitari possono impedire un accesso equo, così come pure i costi elevati, le lunghe tempistiche di approvazione dei farmaci innovativi, la necessità di formazione continua degli operatori sanitari e dei medici. Ma si prospettano alcune opportunità: le collaborazioni internazionali che favoriscono condivisione di conoscenza, tecnologie digitali che fanno accedere i pazienti a consulenze e trattamenti innovativi anche in aree remote, integrazione di politiche sanitarie. In qualità di futuro Presidente ESMO sarà questa la mia priorità in modo da permettere una distribuzione equa e tempestiva delle innovazioni terapeutiche”. Giuseppe Curigliano, Presidente Eletto ESMO.
“Parlare di innovazione in sanità oggi significa parlare di come rendere la sanità più vicina ai cittadini e le cure sempre a più misura del paziente. Per fare questo, occorre che la stessa innovazione sia costruita partendo dal cittadino, assumendo il punto di vista del cittadino e delle sue esigenze. Questo vale per gli screening, per i farmaci, per i servizi di telemedicina, per la digitalizzazione. Allo stesso tempo, è fondamentale che il diritto all’innovazione sia garantito in maniera equa per tutti e ovunque, perché non resti un privilegio o un elemento ulteriore di disuguaglianza nell’accesso alla prevenzione, alla diagnosi e alle cure sanitarie”. Anna Lisa Mandorino, Segretaria Generale Cittadinanzattiva.
In merito al ruolo dei pazienti, cresce rispetto al 2023 la percentuale di italiani (il 57%) convinti che debbano essere coinvolti attivamente nei processi decisionali di cura, mentre diminuisce leggermente la percentuale di quelli che ritiene che ci sia ancora poca attenzione ai loro bisogni specifici nel percorso diagnostico-assistenziale. A tal proposito, per quanto non emerga molto forte l’esperienza diretta con le Associazioni di Pazienti, gli italiani valutano positivamente il loro ruolo e suggeriscono un maggior protagonismo (il 57%).
“Il Piano Nazionale Malattie Rare è stato una grande conquista per il nostro Paese ed è il risultato del lavoro comune fatto da associazioni pazienti, clinici e Istituzioni. Ad oggi tutte le Regioni hanno recepito il Piano e individuato i Centri di coordinamento e di riferimento, anche se permangono invece disomogeneità sulla dislocazione nel territorio nazionale dei centri d’eccellenza, che sono assenti in ben 7 Regioni italiane. È importante, soprattutto, che le Regioni investano nella formazione del personale, nell’informazione per i pazienti e nella definizione dei percorsi di cura per una presa in carico globale e personalizzata, che comprenda anche il periodo della transizione età pediatrica-adulta. Per una persona – e una famiglia – che riceve una diagnosi di malattia rara, poter contare su un percorso di cura e di riabilitazione dedicato e programmato, incide moltissimo nella vita di tutti i giorni. L’innovazione non deve fermarsi alla terapia, ma deve riguardare anche tutti quegli aspetti relativi al benessere della persona: per raggiungere questo obiettivo, anche i sistemi organizzativi devono essere “innovativi” e superare la visione a silos”. Annalisa Scopinaro, Presidente UNIAMO.
“Prevenzione come investimento”
“Il nostro Paese, come anche l’Europa, è in una fase molto complessa, con bassa crescita economica, vincoli di bilancio stringenti e una crescente pressione sui sistemi sanitari e previdenziali. Le nuove regole del Patto di Stabilità sono una grande opportunità per un cambio di paradigma, consentendo agli Stati Membri di potenziare gli investimenti in aree che garantiscono un alto ritorno economico di lungo periodo. La prevenzione sanitaria risponde perfettamente a questi requisiti, infatti, non migliora solo la salute pubblica, ma genera anche benefici concreti quali la riduzione del progressivo aumento della spesa sanitaria futura e l’aumento della produttività dei lavoratori. Gli Stati Membri dell’Unione Europea possono cogliere questa opportunità e promuovere misure efficaci di prevenzione, trasformando la salute in un motore di crescita e resilienza per l’intero sistema socio-economico”. Valerio De Molli, Managing Partner & CEO, The European House – Ambrosetti e TEHA Group.
“Investire in prevenzione non è solo una misura fondamentale per migliorare la salute pubblica, ma rappresenta anche un’opportunità significativa per stimolare la crescita economica. Gli interventi preventivi, come le vaccinazioni o la promozione di comportamenti sani, generano ritorni che vanno ben oltre la semplice riduzione dei costi sanitari. Le stime economiche indicano che i benefici della prevenzione superano di gran lunga i costi iniziali, con un impatto positivo sulla produttività, sull’educazione e sul benessere sociale. La prevenzione è quindi un investimento strategico che contribuisce in modo significativo alla salute e alla prosperità delle società”. David Bloom, Professore di Economia, Università di Harvard.
“Le nuove regole europee offrono ampia autonomia sulle riforme e gli investimenti che l’Italia si è impegnata a adottare. Inoltre, consentono di programmare nel medio termine: una maggiore spesa oggi può essere giustificata se produce più crescita e meno spesa domani. Numerosi studi, anche nel contesto italiano, mostrano che gli interventi per la prevenzione sanitaria, in particolare l’immunizzazione e lo screening, soddisfano pienamente queste condizioni. Si tratta di investimenti prioritari per la resilienza sociale ed economica che il Governo dovrebbe inserire nel Piano fiscale e strutturale di medio termine, a cominciare dalla revisione di aprile”. Massimo Bordignon, Professore di Economia Pubblica, Università La Cattolica.
La seconda Tavola rotonda, che ha chiuso i lavori della mattinata, ha toccato un tema molto sentito dai cittadini e dai pazienti, la “Prevenzione come investimento”. Secondo l’indagine IPSOS, è l’area oncologica che il 78% dell’opinione pubblica ritiene prioritaria in fatto di prevenzione, a cominciare dagli screening. Un dato in crescita (nel 2023 riguardava il 73% dei cittadini) che denuncia una criticità del sistema sanitario: mentre per i comuni esami del sangue gli italiani si rivolgono al pubblico, per la diagnostica e i consulti specialistici si passa al privato per evitare le lunghe liste d’attesa. Nell’ambito dei vaccini si auspica un miglioramento nell’accesso, ma occorre una costante e alta pressione divulgativa per mantenere la fiducia. La farmacia è percepita come punto di riferimento per la crescita della compliance vaccinale.
“Prevenire i tumori è una sfida cruciale che richiede l’impegno congiunto delle Istituzioni, della comunità scientifica, delle Associazioni di Pazienti e dei singoli cittadini. Le Istituzioni devono investire in campagne di sensibilizzazione e educazione sanitaria, promuovendo stili di vita sani e diagnosi precoci. La popolazione deve essere consapevole dell’importanza della prevenzione e adottare comportamenti salutari, come una dieta equilibrata, l’attività fisica regolare e l’evitare il fumo e l’eccesso di alcol. È fondamentale rendere accessibili a tutti i programmi di screening e vaccinazione, come quelli per il papillomavirus umano (HPV) e l’epatite B, che possono prevenire alcuni tipi di cancro ed è essenziale che le persone vi partecipino attivamente. Inoltre, è cruciale avviare campagne di prevenzione mirate ai giovanissimi ed ai giovani, per creare una forte e consapevole cultura della prevenzione oncologica nelle nuove generazioni. Solo attraverso un impegno sinergico tra i diversi attori e una maggiore consapevolezza collettiva ed individuale possiamo ridurre l’incidenza dei tumori, migliorare le possibilità di cura e la qualità della vita di chi ne è affetto e rendere il cancro sempre più curabile e guaribile”. Elisabetta Iannelli, Segretario Generale FAVO.
Preventing for Life
La seconda parte dei lavori di “Inventing for Life Health Summit” è dedicata alla prevenzione con l’approfondimento “Preventing for Life”. Un pomeriggio per discutere di uno dei pilastri della Sanità pubblica italiana, con la moderazione della giornalista del Corriere della Sera, Vera Martinella e il contributo dei massimi esponenti del mondo istituzionale, della comunità scientifica, delle Associazioni e dei media. Il legame tra prevenzione e vita è ancora più evidente quando si parla di tumori: non è un caso che Preventing for Life si tenga il 5 marzo, all’indomani della Giornata mondiale di Sensibilizzazione sul Papillomavirus, un virus che è causa di neoplasie che oggi, grazie alla prevenzione primaria e secondaria, si ha la possibilità di debellare.
A 4 anni di distanza dall’approvazione dello Europe’s Beating Cancer Plan della Commissione Europea, è arrivato il momento di fare il punto sullo stato dell’arte della Prevenzione delle patologie HPV-correlate in Italia e, soprattutto, proporre azioni concrete finalizzate a raggiungere l’obiettivo europeo e globale di eliminazione dei tumori correlati al Papillomavirus. L’eliminazione del tumore alla cervice uterina è, oggi, un obiettivo di Sanità Pubblica mondiale raggiungibile con: il 90% di coperture vaccinali negli adolescenti; il 90% di adesione allo screening cervicale utilizzando i test di ultima generazione; il 90% di donne che accedono tempestivamente a diagnosi e cura. Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-2025 (PNPV) annovera ‘la prevenzione del cancro della cervice uterina e delle altre malattie HPV correlate’ come obiettivo strategico, al pari del mantenimento dello status polio-free e dell’eradicazione del morbillo e della rosolia. Al fine di superare le disparità regionali, il PNPV 2023-2025 raccomanda l’estensione dell’offerta attiva e gratuita alle ragazze almeno fino all’età di inizio dello screening del tumore per il cancro della cervice uterina (26 anni) e ai maschi almeno fino ai 18 anni di età compresi ed il mantenimento della gratuità nel tempo per le coorti beneficiarie. Purtroppo, i dati pubblicati recentemente dal Ministero della Salute riguardo le coperture vaccinali anti-HPV in Italia evidenziano quanto ci sia ancora molto da fare per raggiungere dei risultati ottimali e proteggere le future generazioni da tumori potenzialmente letali.
In occasione della giornata di Eliminazione del tumore della cervice uterina, lo scorso 19 novembre alla Camera dei Deputati è stato presentato un appello da parte della SItI e dell’AIOM per l’adozione di un Piano straordinario di eliminazione dei tumori da HPV in Italia per accelerare il raggiungimento dell’obiettivo, già contenuto nel Piano Oncologico Nazionale e nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale. La richiesta è contenuta anche nel Manifesto per l’Eliminazione dei cancri da HPV, realizzato da un gruppo di Associazioni con l’obiettivo di rendere l’Italia il primo paese europeo a sconfiggere il cancro della cervice uterina e gli altri tumori HPV-correlati.
“L’HPV è causa di tumori potenzialmente letali, come il tumore della cervice, carcinomi che hanno un grande impatto sulla salute e la qualità di vita delle persone. Viviamo in un’epoca in cui fortunatamente possiamo far diventare questi tumori delle patologie rare grazie a due potenti strumenti di prevenzione: la vaccinazione e lo screening. Ricordo, infine, che i tassi di prevalenza più alti di HPV si registrano in giovane età in ambo i sessi, ma anche trai 44-54 anni nelle donne adulte, inoltre la persistenza dell’infezione aumenta con l’età ed è associata ad aumento del rischio di sviluppare lesioni pretumorali di alto grado. Abbiamo quindi un compito importante nel consigliare la vaccinazione contro un virus che non ha sesso né età”. Rosa De Vincenzo, Presidente Eletto SICPCV.
“L’European Beating Cancer Plan rappresenta un documento di avanguardia a livello globale, fissando per la prima volta target e azioni precise per raggiungere l’ambizioso obiettivo di eliminazione dei tumori da HPV, richiamato da ben tre delle dieci iniziative faro della Commissione Europea. Avere un’Europa e un’Italia “HPV-free” è una missione possibile ma è necessario puntare ed investire sulla prevenzione
per raggiungere elevate coperture vaccinali e tassi di adesione allo screening. Solo in questo modo potremo debellare tumori oggi prevenibili con ricadute positive sia in termini di vite salvate e migliore qualità di vita per i cittadini che di risparmio per il nostro Servizio Sanitario nazionale”. Walter Ricciardi, Presidente della Mission Board for Cancer – Università Cattolica del Sacro Cuore.
“Recentemente il Ministero della Salute ha pubblicato i dati aggiornati al 2023 relativi alle coperture vaccinali anti-HPV nelle diverse regioni italiane. Il dato complessivo è in leggero miglioramento, ma le coperture sono ancora ben al di sotto della soglia ottimale del 95%: sulla coorte target dei 12enni registriamo il 45.39% sulle ragazze e il 39.35% sui ragazzi, dati che risultano più elevati per le coorti dei 15enni ma ancora inferiori al 70%. Anche sullo screening siamo indietro, soprattutto su quello organizzato dove la copertura è inferiore al 50% delle donne. Dobbiamo fare di più se vogliamo raggiungere gli obiettivi entro il 2030”. Giancarlo Icardi, Professore Ordinario Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Genova.
“Le azioni da intraprendere per raggiungere l’obiettivo di un’Italia ‘HPV-free’ sono numerose, a partire dall’implementazione di programmi di recupero della vaccinazione per donne e uomini in tutte le Regioni, sfruttando anche le occasioni di chiamata allo screening cervicale per verificare lo status vaccinale e offrire la vaccinazione a chi non l’avesse effettuata. Per le Regioni che individuano risorse aggiuntive sarebbe bene poter offrire la vaccinazione gratuitamente, peraltro molto richiesta, anche ai maschi nati prima del 2006. Come previsto dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale, nessun cittadino dovrebbe perdere il diritto ad aver accesso gratuitamente all’unica vaccinazione, insieme a quella dell’Epatite B, che protegge dal cancro. È necessario, inoltre, investire in campagne di sensibilizzazione innovative per convincere le persone che vaccinarsi per prevenire i tumori è un vero gesto d’amore”. Roberta Siliquini, Professoressa ordinaria Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche Università di Torino.
“La Provincia Autonoma di Trento è stata la prima in Italia a lanciare un ambizioso piano di eliminazione dei tumori HPV-correlati, avviato a gennaio con un approccio diretto alla popolazione adulta sia maschile sia femminile. Infatti, siamo l’unica area d’Italia a offrire gratuitamente la vaccinazione anti-HPV a uomini fino ai 30 anni e donne fino ai 40 con l’obiettivo di coinvolgere tutta la popolazione in una campagna di immunizzazione senza precedenti. Attraverso una campagna di comunicazione “a tappeto” che coinvolge anche i testimonial sportivi ed iniziative speciali, puntiamo a ridurre l’incidenza dei tumori collegati al Papillomavirus”. Antonio Ferro, Direttore Generale APSS Trento.
“Proteggere i più giovani deve essere una priorità e una responsabilità di tutti: il vaccino può salvare vite e prevenire oltre il 90% dei tumori causati da virus, tra cui il cancro della cervice uterina, tumori anali, orofaringei e genitali. Il momento ideale per la somministrazione è la preadolescenza, prima dell’inizio dell’attività sessuale. Serve uno sforzo congiunto, un’alleanza tra tutti gli attori coinvolti per incrementare i dati di copertura vaccinale e proteggere le generazioni attuali e future da neoplasie che oggi abbiamo la possibilità di debellare”. Rino Agostiniani, Presidente SIP.
“Insieme alla SItI e alle associazioni di pazienti stiamo portando avanti l’ambiziosa proposta di un Piano straordinario di eliminazione dei tumori HPV-correlati. Come oncologi abbiamo la grande opportunità di rendere il cancro della cervice uterina un tumore raro grazie alla vaccinazione allo screening. Questo è solo il primo passo perché possiamo in questo modo avere un effetto analogo su tutti gli altri tumori HPV-correlati. Non possiamo più permetterci di trattare o dover operare donne a causa di un tumore alla cervice uterina e anche gli ultimi dati del Ministero della Salute ricordano l’urgenza di sensibilizzare anche
la popolazione maschile sull’importanza della prevenzione”. Alessandra Fabi, Consiglio Direttivo Nazionale AIOM.
“Continuano a preoccupare i dati di copertura vaccinale anti-HPV, da poco resi pubblici dal Ministero della Salute e i dati sull’adesione allo screening cervicale, scarsa soprattutto in alcune Regioni. E’ quanto mai necessaria una svolta per ridurre l’incidenza e la mortalità dei tumori HPV correlati e raggiungere gli obiettivi previsti dall’OMS. Appare dunque urgente approvare un Piano straordinario nazionale per l’eliminazione dei tumori HPV correlati con azioni volte ad incrementare le coperture vaccinali HPV e l’adesione ai programmi di screening, riducendo le disuguaglianze territoriali nell’accesso alle attività di prevenzione primaria e secondaria. Occorrerà puntare sui medici di medicina generale, pediatri ,specialisti e farmacisti per l’erogazione delle vaccinazioni e per le attività di sensibilizzazione ai giovani e alle famiglie, organizzare open day e altre giornate dedicate alla prevenzione, coinvolgere le scuole in attività di informazione, promuovere l’ampliamento dell’accesso alle vaccinazioni anche attraverso il coinvolgimento strategico delle farmacie dei servizi”. Valeria Fava, Responsabile coordinamento politiche per la salute di Cittadinanzattiva.
“Come Società di Igiene e Sanità Pubblica, l’obiettivo di eliminazione dei tumori HPV-correlati è in cima alle nostre priorità e possiamo raggiungerlo grazie alla sinergia tra tutti gli attori in campo: dagli igienisti ai ginecologi e agli oncologi, dai medici di medicina generale ai pediatri e ai farmacisti, con il contributo fondamentale delle istituzioni e della società civile. Due armi straordinarie come la vaccinazione e lo screening ci offrono oggi la possibilità di debellare alcune tipologie di tumore, a partire da quello della cervice uterina. Fondamentale quindi un piano straordinario di eliminazione che sia diretto ad adolescenti e adulti di entrambi i sessi. Ricordiamo infatti quanto l’HPV abbia un impatto significativo anche sul maschio, provocando tumori del pene, dell’anno e del tratto testa-collo”. Enrico Di Rosa, Presidente SitI.
“Il pediatra di libera scelta ha un ruolo cruciale nel favorire un accesso consapevole alla vaccinazione per l’HPV e agire per incrementare le coperture in età adolescenziale, grazie anche al rapporto di fiducia che si instaura con i genitori. Vedendo il bambino fino all’esordio dell’età adolescenziale, il pediatra è in grado di fare un ultimo gesto d’amore consigliando una vaccinazione che lo proteggerà dalla possibilità di sviluppare in cancro in futuro”. Antonio D’Avino, Presidente FIMP.
“Sempre di più il Medico di Medicina generale è il punto di riferimento sui temi della salute per tutta la popolazione italiana. Abbiamo un ruolo fondamentale per tutto ciò che riguarda la prevenzione: dai corretti stili di vita, agli screening fino alle vaccinazioni anti-HPV perché abbiamo l’opportunità di consigliare questa importante vaccinazione, che protegge da tumori sia maschili sia femminili, già dalla prima visita nel passaggio dal pediatra al Medico di medicina Generale”. Tommasa Maio, Responsabile nazionale Fimmg Area Vaccini.
“L’esperienza Covid ha dimostrato come i farmacisti possano contribuire concretamente al successo di una campagna vaccinale ed essere pienamente parte della rete di prevenzione sul territorio, come definito anche dall’ultimo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale. Le sperimentazioni in atto in diverse regioni, che ampliano il coinvolgimento dei farmacisti nella somministrazione dei vaccini, come nel caso dell’HPV nella regione Marche, sono un’ulteriore conferma di come la prossimità dei farmacisti possa concorrere al raggiungimento di fondamentali obiettivi di salute pubblica quali l’incremento delle coperture vaccinali e, per il papillomavirus, l’eliminazione dei tumori correlati. In questa importante giornata, l’auspicio è che altre Regioni seguano l’esempio e che presto possa essere data la possibilità a tutti i farmacisti d’Italia di somministrare anche gli altri vaccini, oltre a quelli contro l’influenza e il Covid, garantendo un servizio vaccinale più capillare, efficiente e in condizioni di piena sicurezza per i cittadini”. Andrea Mandelli, Presidente FOFI.
“Il rapporto diretto e costante con i nostri pazienti riguarda anche la corretta informazione in ambito sanitario. Questo ruolo è ancora più importante quando si parla di vaccinazione, un campo dove sono troppe le fake news online e dove è fondamentale trasferire nozioni corrette e verificate. Ogni giorno ascoltiamo e sfatiamo i tanti falsi miti sull’HPV per fare in modo che tutti possano essere protetti da forme di tumore potenzialmente letali. Inoltre, ricordiamoci che per gli uomini siamo spesso l’unico punto di riferimento in ambito di salute e prevenzione, volgiamo e dobbiamo fare la nostra parte nell’aumentare anche le coperture vaccinali maschili in modo da proteggere contro i tumori del pene, dell’ano e dell’area testa-collo”. Alessandro Rossi, Presidente SIMG.